Niente sesso siamo Inglesi

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Dalla “Libreria di Venere” n. 313, che apre le sue vetrine scandalose sulla principale arteria di Westmister, parte una telefonata alla ditta “Niko” con la richiesta di materiale pornografico. Ma il sonnolento titolare della ditta, equivocando sui numeri civici, invierà la merce al n. 131, nella medesima strada, e che corrisponde all’abitazione – al secondo piano di una banca – di Peter (Mario Antinolfi) e Frances Hunter (Stefania Graniero), giovani sposi, che attendono un pacco contenente un servizio di bicchieri. Il materiale piccante, sulla cui pista corre un nugolo di poliziotti, travolge in ondate successive – fotografie, pellicole, volumi illustrati, e addirittura due squillo Barbara e Susan – gli Hunter, ma soprattutto Martin (Filippo Valastro), impiegato della banca che, in assenza di Peter, firmerà tutti gli svincoli. Tutti costoro vogliono evitare il ricorso alla polizia per non perdere la rispettabilità, e allora dovranno ricorrere a mille sistemi per liberarsi del corpo del delitto. Alla fine,…….bhe! Non posso dirvi il finale, lo scopriremo insieme tra le svariate peripezie, equivoci a catena dei protagonisti.

 

Mia Famiglia

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“Mia famiglia” di Eduardo

un classico senza tempo
Roma, 7 gennaio – Torna al teatro di Eduardo Mario Antinolfi, che con la Compagnia Attori&Company porta in scena al Teatro San Paolo, dal 28 gennaio al 9 febbraio, “Mia famiglia”, scritta e rappresentata dal grande autore partenopeo nel 1955. Un testo di grande attualità con il quale Antinolfi, protagonista e regista dello spettacolo, intende rendere omaggio all’autore in occasione del trentennale dalla sua scomparsa (31 ottobre 1984).
“Quando si sceglie un’opera da portare in scena – afferma Antinolfi – è sempre un’impresa ardua, far coincidere le proprie idee con quelle del pubblico. Il panorama artistico è vario e offre svariate sfaccettature, situazioni, emozioni e la difficoltà consiste anche nel rappresentarle con gli stessi intenti dell’autore, senza snaturarle. La scelta è immane – continua – ma è pur vero che è diventato per me una consuetudine, ormai e per fortuna, un appuntamento importante con il teatro napoletano. Scelta immane anche perché il patrimonio delle opere di Eduardo è immenso. Ho scelto ‘Mia Famiglia’ in quanto ritengo sia un’opera affascinante che mi ha attratto dalla prima lettura. Uno dei motivi che mi hanno spinto a sceglierla è la tematica che affronta. Offre notevoli spunti di riflessione, soprattutto sulla famiglia descritta come l’istituzione più importante da salvaguardare e punto nevralgico della società. Una tematica importantissima che dovrebbe interessarci, sebbene siano passati quasi sessant’anni dalla scrittura. Il testo – conclude l’attore e regista – fa capire l’importanza della famiglia, dei suoi valori e dell’unione dei suoi membri, e ciò descrivendo la disgregazione della famiglia, l’incomunicabilità, l’egoismo, la perdita della visione del bene comune, la perdita dei valori elementari e necessari a tenere unita una famiglia. Criticità e problematiche che purtroppo troviamo spesso, oggi, nelle nostre famiglie”.

Mia Famiglia – Trama

Mia Famiglia – Trama

Alberto Stigliano (Mario Antinolfi) è uno speaker radiofonico, padre di Beppe (Valerio Di Tella) e di Rosaria (Carol Lauro). Beppe, aiutato da Guidone, suo amico omosessuale e di discussa moralità, vuole trovare fama e ricchezza nel mondo del cinema, mentre Rosaria è una giovane ribelle ed emancipata, fidanzata con Corrado (Andrea Bizzarri).
Alberto è sposato con Elena (Santa de Santis), una donna che ha smesso di occuparsi della famiglia e passa la maggior parte del suo tempo a giocare a carte.
Fa parte della famiglia anche Arturo (Stefano Lopez), fratello di Alberto, un vedovo che vive da solo.
All’inizio della commedia si nota subito che la casa, seppure di tono benestante, è quasi in uno stato di abbandono. Alberto all’inizio assiste in maniera passiva ai comportamenti provocatori dei suoi familiari, ma quando sua moglie viene accusata dalla sua amica, sig.ra Fucecchia (Francesca Perrelli), di non aver pagato un grosso debito di gioco, reagisce rifugiandosi in un silenzio che viene scambiato per un malessere fisico. Questa reazione servirà a sbloccare la situazione familiare.
Elena infatti dovrà darsi da fare per sostenere economicamente la famiglia (essendo Alberto uno speaker…) e nel secondo atto si noterà subito un miglioramento nella casa, in cui è stato attrezzato un laboratorio di sartoria, aiutata anche dalla governante della casa, Maria (Alida Sacoor). In questa apparente ritrovata tranquillità arriva come un fulmine a ciel sereno la notizia che Beppe, nel frattempo recatosi in Francia per inseguire i suoi sogni di gloria, ricercato dalla polizia perché sospettato di aver ucciso il suo pigmalione è tornato per nascondersi in casa. Una notizia che fa eco sia tra gli amici e parenti della famiglia e soprattutto sui quotidiani, anche grazie all’articolo del giornalista Bugli (Matteo Montaperto), introdottosi in casa Stigliano con l’inganno, al fine di avere notizie utili al suo scoop. Nella concitazione del momento, tutti restano sorpresi quando Alberto “ritrova” la voce e chiama la polizia per far venire a prendere suo figlio per farlo arrestare.
Nel terzo atto, ambientato dopo un anno, Beppe è riuscito a dimostrare la sua innocenza e l’attività di Elena sembra procedere a gonfie vele. Alberto ha lasciato la casa e vive con un’altra donna, dell’esistenza della quale sia la moglie che i suoi figli erano già a conoscenza. In casa Stigliano insieme ad Elena, Alberto e suo fratello c’è Michele (Filippo Valastro), papà di Corrado, arrivato per assistere (di nascosto) al matrimonio del figlio con Rosaria. Corrado infatti gli ha vietato di partecipare alla funzione. Arriva però in lacrime la neo-sposa che viene “riconsegnata” nelle mani di Alberto da Corrado il quale ammette di non essere poi così moderno come credeva. Rosaria chiede di restare sola con suo padre, al quale confessa che la sua spregiudicatezza era soltanto un atteggiamento per poter essere accettata dai suoi coetanei. Durante questo dialogo tra padre e figlia Alberto prenderà coscienza degli errori commessi.

Mia Famiglia – Rassegna stampa e Video

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Mia Famiglia – Analisi del testo

Sempre attento alle realtà del suo paese, Eduardo analizza in “Mia famiglia” le trasformazioni sociali e di costume dell’Italia negli anni dell’incipiente boom economico. Il tema della commedia è il conflitto generazionale, la disgregazione della famiglia, l’emancipazione femminile; contrasti che non si realizzano tanto attraverso lo scontro diretto ma piuttosto sono espressi da una mancanza di comunicazione che arriva all’indifferenza reciproca. La storia è ambientata in un periodo storico all’insegna del cambiamento e della rivoluzione sessuale e sociale, un momento in cui i valori tradizionali della famiglia e del rispetto sembrano essere stati soppiantati dall’ideale dell’emancipazione e del progresso. La vicenda, attraverso la semplicità del raccontare il vivere quotidiano, affronta temi cari a tutti noi, ancora oggi profondamente attuali. Affronta i complessi rapporti familiari che legano i membri di una famiglia tipo: madre, padre, un figlio e una figlia. Ognuno ha una propria vita, vivono assieme perché si ritrovano nella stessa casa e non perché li unisca un vincolo di affetto familiare. Inutilmente il protagonista cerca di tenere assieme i pezzi e del resto anche lui, sia pure per disamore e disillusione si è creato una vita privata da nascondere. I suoi ammonimenti alla moglie e ai figli passano inosservati e allora tanto vale non parlare più, fare il muto. Questa del personaggio che ammutolisce, poiché non c’è più nessuno che lo ascolta, è anche una prova di grande recitazione mimica.

Napoli Milionaria

di E. De Filippo

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Dalla “Libreria di Venere” n. 313, che apre le sue vetrine scandalose sulla principale arteria di Westmister, parte una telefonata alla ditta “Niko” con la richiesta di materiale pornografico. Ma il sonnolento titolare della ditta, equivocando sui numeri civici, invierà la merce al n. 131, nella medesima strada, e che corrisponde all’abitazione – al secondo piano di una banca – di Peter (Mario Antinolfi) e Frances Hunter (Stefania Graniero), giovani sposi, che attendono un pacco contenente un servizio di bicchieri. Il materiale piccante, sulla cui pista corre un nugolo di poliziotti, travolge in ondate successive – fotografie, pellicole, volumi illustrati, e addirittura due squillo Barbara e Susan – gli Hunter, ma soprattutto Martin (Filippo Valastro), impiegato della banca che, in assenza di Peter, firmerà tutti gli svincoli. Tutti costoro vogliono evitare il ricorso alla polizia per non perdere la rispettabilità, e allora dovranno ricorrere a mille sistemi per liberarsi del corpo del delitto. Alla fine,…….bhe! Non posso dirvi il finale, lo scopriremo insieme tra le svariate peripezie, equivoci a catena dei protagonisti.

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Niente sesso siamo Inglesi – Note & Cast e foto

Note e Cast

“Niente sesso siamo inglesi”, commedia scritta da A. Marriot e A. Foot, detiene un record mondiale: 6761 rappresentazioni consecutive a Londra. “No sex, please we are british”, questo il titolo originale, è stato rappresentato in 52 Nazioni di tutti i continenti. In Italia, Garinei e Giovannini l’hanno prodotta e diretta, con protagonista Johnny Dorelli e con Paolo Panelli, Bice Valori, Alida Chelli e Gianni Bonagura. “Niente sesso siamo inglesi”, che debutta al teatro Sistina di Roma, è stata la prima commedia ad essere rappresentata per due stagioni consecutive. Lo spettacolo ebbe un grande successo tanto che nel 1990 venne ripreso con un nuovo cast con protagonista Gianfranco D’Angelo, mentre gli altri ruoli furono affidati a Caterina Sylos Labini, Gianni Bonagura, Enzo Garinei, Lucia Prato e Massimo De Ambrosis.
Oggi rivediamo questo esilarante spettacolo con i protagonisti della commedia Mario Antinolfi (Direttore Artistico e regista) Stefania Graniero (Aiuto Regia) e Filippo Valastro, Elena Cartoni, Frederick Nahas, Franco Macauda, Stefano Lopez, Rosa Balivo, Liliana Sillato, Gabriella Gravina. Bravissimi attori, tutti insieme al Teatro Centrale di Ostia (Ex Cucciolo)

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Toccata e fuga – Photo Gallery

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Non è vero ma ci credo – Note di regia

Note di regia

Questa divertentissima commedia in tre atti, in scena per la prima volta tra il 1941 e il ’42, è considerata il capolavoro comico di tutta la produzione teatrale di Peppino De Filippo. Fu uno dei più grandi successi dei fratelli De Filippo (Eduardo, Peppino e Titina), che lo interpretavano insieme. Ottenne un così vasto successo che dieci anni più tardi si decise di farne anche un film e ancora oggi è accolta dal pubblico con grande favore per l’attualissima vena di comicità amara e di riflessione: un teatro di qualità, capace di trasmettere agli spettatori emozioni autentiche e dirette.
Il suo tema conduttore è la superstizione, di cui il filosofo Benedetto Croce, morto a Napoli nel 1952, diceva: “non è vero, ma prendo le mie precauzioni”. Questa frase fu poi ripresa dal grande Eduardo che soleva spesso dire “Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male”.
E’ uno spettacolo di puro divertimento, che mette in scena la quotidiana ossessione (nello specifico partenopea ma non solo) dei riti superstiziosi, con i suoi personaggi tipici, metaforici ma semplici. La commedia potrebbe essere considerata datata, settant’anni non sono pochi, ma risulta ancora gradevole per due motivi: perché Peppino riesce a scrutare l’animo umano non in maniera seria e didascalica, bensì ironica e, tutto sommato, un po’ indulgente e perché attraverso la comicità delle situazioni sceniche affronta un tema che è comune un po’ a tutti, anche a chi dice di esserne completamente al di fuori e che continuerà ad essere attuale nel tempo.
Come sempre tengo a dare delle “caratterizzazioni” ai personaggi, sempre in modo giusto ed equilibrato, tenendo sempre ben presente il carattere interpretativo degli attori. Ho voluto ritmi intensi e pulizia di gesto. Ho voluto che tutto fosse “Vero” senza cadere nella tentazione di cercare “l’effetto” con forzature. Pur nel “rigore” che accompagna il lavoro di chi ama e rispetta il teatro, posso dire di essermi divertito! Sono certo che gli interpreti, con bravura e professionalità, sapranno divertire”.

Mario Antinolfi

Le voci di dentro

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