“..Atto unico “Xanax” di Angelo Longoni, divertente testo drammaturgico che vede scontrarsi e intrecciarsi le solitudini, le angosce esistenziali e le timorose speranze per un futuro migliore di due personaggi assolutamente attuali, nei quali gli spettatori non faranno certo fatica ad immedesimarsi con naturalezza.
Daniele (Mario Antinolfi ) è un giornalista apparentemente sicuro di sé, ammirato e dinamico, in procinto di dare alle stampe il suo primo libro che racchiuderà le più interessanti interviste da lui sinora realizzate; al di là della patina superficiale di professionista realizzato e lanciato verso una luminosa carriera, si nasconde però un bruciante coacervo di insoddisfazioni: il giornalismo scandalistico di cui si occupa suscita ormai in lui totale repulsione e la sua vita familiare sta precipitando inesorabilmente allo scatafascio tra l’appannarsi del sentimento che lo lega a sua moglie e il dolore per la torbida relazione sessuale che quest’ultima porta avanti da oltre un anno proprio con Magliani, il suo acerrimo nemico di sempre anche in campo lavorativo, colui per il quale le case editrici si azzuffano nel tentativo di pubblicare un romanzo dopo l’altro, immancabilmente accolto da un successo trionfale.
Laura ( Fulvia Lorenzetti ) è invece una seducente e devota mogliettina, nonché impeccabile madre di famiglia, alle prese con il pressante impegno richiesto dall’ufficio stampa in cui lavora e con le innumerevoli responsabilità della vita familiare. Anche nel suo caso le apparenze, da lei scrupolosamente e caparbiamente preservate, descriverebbero un affresco esistenziale idillico, ma la realtà è sostanzialmente antitetica: l’amore per il compagno – gentile e premuroso, la tipica persona a cui mai nella vita si vorrebbe recare il benchè minimo dispiacere – è nel suo cuore svanito da tempo e i legami affettivi si stanno tramutando inesorabilmente in cordoni asfissianti che la soffocano, portandola per nottate intere a fissare il soffitto incapace tanto di accogliere il sonno quanto di prendere una difficile ma inevitabile decisione che le consenta di sottrarsi a questa gabbia senza prospettive.
Cosa accomuna questi due personaggi? Il lavorare nello stesso edificio, frequentemente fino a tarda sera. E una dipendenza, unica ancora di salvezza e rifugio dalle loro tribolazioni, quella da medicinali di ogni sorta che possano alleviare sintomi che non sono altro se non l’immediato riflesso delle infinite nevrosi che affollano la loro psiche: Xanax per placare le soverchianti crisi di panico, Prozac per conferire positività ed energia alle giornate, Malox per lenire il dolore che attanaglia alla bocca dello stomaco.
Un venerdì sera, trattenutisi fino a tardi in ufficio, si incontrano estenuati nell’ascensore e da questo istante ha inizio un’avventura imprevista: l’ascensore rimane bloccato e del tutto vani si riveleranno i tentativi di attirare l’attenzione del guardiano del palazzo, l’unico rimasto al suo interno che potrebbe soccorrerli; la loro attesa si protrarrà per l’intero week-end, tra attimi di terrore incontrollato, le difficoltà “tecniche” della convivenza forzata di due pseudo-sconosciuti in pochi metri quadrati, la possibilità di confrontare le loro travagliate esperienze esistenziali e magari la scoperta l’uno nell’altro di una comprensione ed un sostegno preziosi ed irrinunciabili.
Il testo drammaturgico di Angelo Longoni, a dieci anni dalla sua composizione, conserva intatta la propria attualità e l’originalità dell’interazione dialogica tra i due personaggi, che consente di indagare sin nei meandri più reconditi della loro intricata psicologia.
Una commedia agrodolce divertente e ricca di spunti di riflessione…”